Bilancio di Sostenibilità: nuove regole e tempi di adeguamento per le imprese italiane
- Riccardo Italiano
- 17 set
- Tempo di lettura: 2 min
Un quadro normativo in evoluzione
Il contesto normativo europeo sulla sostenibilità aziendale è in piena trasformazione. Con l’approvazione del Decreto Legge n. 95/2025 (cosiddetto Decreto Economia), convertito poi nella Legge n. 118/2025, l’Italia ha recepito la direttiva europea “stop the clock” (UE 2025/794), ridefinendo in modo significativo il calendario per l’adozione del bilancio di sostenibilità.

Questa scelta non riduce il numero di imprese coinvolte, ma concede un tempo di preparazione più lungo, offrendo alle aziende l’occasione per strutturarsi meglio e trasformare un obbligo normativo in una leva strategica.
Rendicontazione ESG: il nuovo calendario per il bilancio di sostenibilità.
La nuova tempistica distingue nettamente tra le diverse categorie di imprese:
Grandi imprese di interesse pubblico
Per le società quotate e gli enti di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti, non cambia nulla. L’obbligo di rendicontazione rimane a partire dall’esercizio 2024, con la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità nel 2025.
Altre grandi imprese
Per le grandi imprese che non erano già soggette alla dichiarazione non finanziaria, l’entrata in vigore è stata rinviata di due anni. Il primo report sarà quindi relativo all’esercizio 2027, da pubblicare nel 2028.
I requisiti dimensionali per rientrare in questa categoria restano quelli previsti dalla normativa europea: due esercizi consecutivi con superamento di almeno due dei tre parametri (25 milioni di attivo, 50 milioni di ricavi, 250 dipendenti medi).
PMI quotate
Le PMI con titoli negoziati in mercati regolamentati beneficeranno di un rinvio ulteriore: il primo esercizio da rendicontare sarà quello del 2028, con pubblicazione nel 2029. Le microimprese restano escluse.
Le altre novità del decreto
Oltre al posticipo delle scadenze, il nuovo assetto normativo tocca altri aspetti rilevanti:
Semplificazione degli standard ESRS: l’Efrag ha avviato una revisione che mira a ridurre il numero di informazioni da comunicare, alleggerendo così gli oneri per le imprese e rendendo la raccolta dati più accessibile.
Definizione giuridica di “gruppo”: è stata recepita la definizione della Direttiva UE 2013/34, con l’obiettivo di chiarire i perimetri di consolidamento e le responsabilità nella redazione dei bilanci di sostenibilità.
Interazione con la Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive): anche qui sono previsti slittamenti, con obblighi che scatteranno dal 2028 per le grandi imprese e dal 2029 per le altre aziende coinvolte.
Un’opportunità da cogliere
Il rinvio non deve essere inteso come una sospensione, ma come un’occasione per prepararsi meglio. Le aziende hanno ora più tempo per:
strutturare processi interni di raccolta e gestione dei dati ESG;
adottare strumenti digitali per il monitoraggio;
formare il personale sulle nuove competenze richieste;
integrare i criteri ESG nella pianificazione strategica.
Agire subito significa trasformare un adempimento in un vantaggio competitivo: più trasparenza verso investitori e clienti, più facilità nell’accesso al credito, maggiore attrattività verso talenti e partner.
Conclusioni
Il nuovo calendario per il bilancio di sostenibilità rappresenta un momento cruciale per le imprese italiane. Chi sceglierà di sfruttare questo tempo non come proroga, ma come investimento nella propria governance e nella propria reputazione, sarà pronto non solo a rispettare gli obblighi futuri, ma anche a rafforzare la propria posizione sul mercato.
Commenti