Clima estremo, assicurazioni obbligatorie e credito: la nuova geografia del rischio per le imprese italiane
- Riccardo Italiano
- 4 giorni fa
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Frane in Lombardia, incendi in Sicilia, alluvioni in Veneto. Non è più cronaca straordinaria: è la nuova normalità con cui le imprese italiane devono fare i conti. Una realtà che, oltre a generare danni materiali, sta trasformando in profondità le regole del gioco economico.
Oggi non è più solo una questione di tutela ambientale: il rischio climatico è diventato una variabile finanziaria, legale e operativa. E il sistema sta iniziando a reagire – non sempre in modo ordinato, ma con segnali sempre più evidenti.

L’assicurazione obbligatoria contro eventi catastrofali per le imprese italiane
Dal 2024, le imprese che intendono beneficiare di contributi pubblici – come incentivi agli investimenti, PNRR, o altre misure agevolative – devono dimostrare di essere assicurate contro eventi catastrofali.
La norma, introdotta per responsabilizzare i beneficiari e ridurre l’esposizione pubblica, ha un impatto diretto su chi investe in territori esposti a rischi idrogeologici, sismici o climatici.In pratica, per accedere a un contributo, occorre avere una polizza attiva che copra eventi come:
alluvioni e inondazioni
incendi boschivi
frane e smottamenti
terremoti (in alcuni casi)
Non si tratta di una formalità. In molti bandi, la mancanza di copertura può determinare l’inammissibilità della domanda o il blocco dell’erogazione.
Il rischio climatico nei processi di credito
Ma il fronte normativo non è l’unico che cambia. Anche il sistema bancario – su spinta della BCE e dell’EBA – sta includendo il rischio climatico nei processi di rating creditizio.
Cosa significa concretamente?
Se un’azienda ha asset produttivi in zone ad alto rischio ambientale, potrebbe avere una valutazione creditizia più prudente.
Se non dispone di un piano di continuità operativa, o di misure preventive, potrebbe risultare meno affidabile agli occhi di chi eroga finanziamenti.
Al contrario, chi adotta soluzioni di gestione del rischio, coperture assicurative solide e tecnologie predittive, può migliorare il proprio posizionamento finanziario.
È una trasformazione ancora in corso, ma già visibile nei processi di due diligence bancaria e nei modelli ESG che molte imprese stanno affrontando.
Le leve strategiche per le imprese
La nuova geografia del rischio impone alle imprese di non limitarsi alla compliance, ma di affrontare il tema in modo proattivo. Alcune leve già oggi disponibili includono:
Mappature climatiche territoriali (pubbliche o tramite provider assicurativi)
Piani di business continuity, anche in versione semplificata
Strumenti di analisi predittiva e sensoristica per il monitoraggio di rischi ambientali
Integrazione tra coperture assicurative e strumenti finanziari, per ottenere migliori condizioni di accesso al credito
Chi sa governare il rischio, oggi, non solo si protegge, ma diventa più attrattivo per investitori e partner.
Il rischio climatico non è più un tema da relegare nei piani di emergenza. È entrato nella valutazione finanziaria, nell’accesso agli incentivi e nella percezione reputazionale delle imprese.
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