Comunità Energetiche, una nuova apertura: cosa cambia davvero con il nuovo decreto
- Riccardo Italiano
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Negli ultimi anni si è parlato molto di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), soprattutto nel quadro della transizione energetica e della valorizzazione dei territori.
Il nuovo decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, entrato in vigore il 26 giugno 2025, introduce modifiche importanti al meccanismo di incentivazione. Non si tratta di un cambio totale di rotta, ma di un intervento mirato, che amplia le possibilità operative e allarga l’accesso alle misure esistenti.

Cosa cambia, nel concreto per le Comunità energetiche
Il punto principale è l’estensione dei comuni ammessi al contributo a fondo perduto finanziato dal PNRR: si passa dal limite dei 5.000 abitanti ai 50.000 abitanti. Un passaggio che include molti centri urbani di medie dimensioni finora esclusi.
Altri elementi significativi riguardano:
Maggiore flessibilità nei tempi: avvio dei lavori entro il 30 giugno 2026, con entrata in esercizio entro 24 mesi (e comunque entro il 31 dicembre 2027).
Possibilità di ottenere un anticipo fino al 30% del contributo riconosciuto.
Estensione della platea dei soggetti ammessi a far parte della comunità: consorzi, aziende partecipate, enti religiosi, organizzazioni del terzo settore e altri soggetti pubblici e privati.
Sono modifiche che offrono un quadro operativo più ampio e che possono facilitare l’attivazione o il rilancio di iniziative già in fase di valutazione.
Le considerazioni operative
Alla luce delle nuove regole, è utile rivedere le progettualità in corso e valutare se ci sono le condizioni per proseguire o ripartire.Allo stesso tempo, chi sta pianificando ora può contare su scadenze più ragionevoli e su un accesso più ampio agli incentivi.
Le Comunità Energetiche, per loro natura, richiedono una buona struttura organizzativa e la capacità di mettere in relazione soggetti diversi. Governance, gestione tecnica, strumenti digitali e regole interne chiare restano elementi centrali per garantirne la sostenibilità.
Un’occasione che va costruita
Il decreto rappresenta un’opportunità concreta per molti territori. Non un’operazione semplice, ma un percorso che oggi può contare su condizioni più favorevoli rispetto al passato.
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